NIETZSCHE (DUE volumi)
Altro- Data uscita
- Luglio 2021
- Condizioni
- Copie disponibili
- solo una copia
- Venduto da
- BCLibri
bclibri@delosstore.it
- Autore
- Friedrich W. Nietzsche
- Collana
- Testi nn. 30 e 40
Newton Compton 1982 - Genere
- Saggi
titoli: Al di la del bene e del male - Preludio di una filosofia dell'avvenire (1984)
Schopenhauer come educatore - Considerazioni inattuali (1982
Due volumi a soli euro 8,00 AL DI LÀ DEL BENE E DEL MALEOsserva Nietzsche nell'aforisma 289 di Ai di là del bene e del male: « l'eremita non crede che un filosofo - posto che un filosofo sia sempre stato, anzitutto, un eremita -abbia mai espresso nei libri le sue reali e definitive opinioni: i libri si scrivono proprio per nascondere quel che si custodisce in sé ». Dunque l'« al di là » non è solo la negazione dell'» in sé » delle cose, non è soltanto una modalità semantica di quel sospetto che vede nella volontà di verità di travestimento e evoca quindi le volontà diffamate ed empie, le forme della trasgressione (falsità, crudeltà, voluttà e potenza): • al di là > significa anche la curvatura di quell'esperimento di pensieri che si ripiega su se stesso e, riflettendo sul suo fondo, • scopre » un altro fondo. Dietro « ogni caverna • c'è « un'altra caverna ». « Ogni filosofia nasconde anche una filosofia; ogni opinione è anche un nascondiglio, ogni parola anche una maschera ». Andare al di là, porsi al di là, interrogare al di là è scoprire (inventare, fingere) « un mondo più vasto, più strano, più ricco al di sopra di ogni superficie, un abisso sotto ogni fondo, ogni "fondazione" •: quelle volontà perverse e trasgressive, quelle volontà calunniate e interdette, quegli « istinti » articolano il linguaggio di una filosofia di proscenio che è sprofondata all'interno di se stessa, nel suo « labirinto ». Il filosofo del sottosuolo ha finito di esprimere la sua volontà d'apparenza, di menzogna, di maschera nel gioco e nel piacere eterno della superficie; ha finito per celebrare la volontà di una causa prima nella creazione di un « olimpo dell'apparenza>> SCHOPENHAUER COME EDUCATOREIl significato genealogico della MI Inattuale risiede nell'appropriazione di una 'semiotica' per se stesso, di segni, strumenti linguistici di autodeterminazione. «In modo simile Platone si è servito di Socrate come di una semiotica per Platone». L'appropriazione di sé si compie attraverso l'appropriazione dell'altro, dell'opposto. In Schopenhauer come educatore — dove 'in fondo' non si tratta di Schopenhauer ma del suo opposto, Nietzsche — è inscritta la storia di Nietzsche, il suo divenire, il suo compito, il suo sentimento o senso della distanza — termine questo non del linguaggio delle Inattuali, ma successivo «d'altra parte, Nietzsche inevitabilmente accentua o rende più coerenti certi aspetti della sua storia». L'appropriazione, attraverso l'opposto, di una semiotica per se stesso è l'autointerpretazione del rapporto Nietzsche-Schopenhauer, momento di una interpretazione genealogica della propria opera. La critica di Schopenhauer, latente nella Nascita della tragedia e poi sistematicamente compiuta fino ai frammenti del 1876-78 e 1878-79, viene allora a congiungersi con lo scritto del 1874 che rappresenta l'origine, punto genealogico di una interpretazione dei propri segni.