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L'Ultimo Vangelo - Il Mistero di Tun-Aggel

Romanzo


Data uscita
Luglio 2022
Condizioni
 
nuovo legenda
Copie disponibili
solo una copia
Pagine
658
Venduto da
BCLibri
bclibri@delosstore.it
Autore
Michele Bilancia
Collana
Approdi
Vertigo Edizioni 2011
Genere
Fantascienza

Quale mistero ha nascosto per secoli il complesso sotterraneo ritrovato a Tun-Aggel? E quale impatto avrà sull'umanità?- LIBRO NUOVO - Brossura con alette di 660 pag.- Prezzo di cop.€.19,90

Quale mistero ha nascosto per secoli il complesso sotterraneo ritrovato a Tun-Aggel? E quale impatto avrà sull'umanità? Lo racconta Michele Bilancia nel suo romanzo d'esordio.

L’ultimo Vangelo. Il mistero di Tun-Aggel (2011) è il romanzo con il quale fa il suo esordio nella narrativa fantastica l’architetto Michele Bilancia. È un romanzo apocalittico che miscela sapientemente fantascienza, thriller, storia, religione e archeologia. I protagonisti sono alla ricerca di un quinto vangelo che dovranno interpretare tra enigmi biblici, efferati omicidi, intrighi umani e misteri sovrannaturali. Sarà una scoperta che cambierà per sempre il mondo e l’uomo.

L’azione si svolge in un futuro relativamente vicino: siamo nel 2031 e sono trascorsi solo ventisei anni dal giorno del funerale di papa Giovanni Paolo II. Nel mondo il progresso tecnologico ha continuato il suo cammino in maniera inarrestabile, ma tutto è controllato da spregiudicate lobby economiche. Lo scenario è cupo, il valore della vita sembra essere sul punto di smarrirsi nel virtuale, nell’eugenetica e nella manipolazione delle menti, fino al giorno in cui qualcosa di sacro e misterioso riemerge dal passato più antico in una zona remota del deserto tra Libia ed Egitto. Si tratta di un tempio monumentale, Tun-Aggel, dove il cardinale archeologo Richard Phynning ha motivo di credere si nasconda la scoperta più importante di sempre: il quinto Vangelo. Le domande che l’esperto si pone sono molte: chi altro si è cimentato nel racconto della vita di Cristo oltre ai quattro Evangelisti? E perché la sua versione è stata nascosta? Cosa conteneva di così sconvolgente da non poter essere diffuso? L’ultima possibilità di salvezza offerta da Dio agli uomini? Oppure la fine della Chiesa stessa e l’avvento di un mondo senza più Dio? Bisognerà addentrarsi fin nel profondo delle grandiose architetture sotterranee di Tun-Aggel, disseminate di enigmi e pericoli… per trovare infine cosa? La luce di Dio o il sangue dell’uomo?

Un brano dal prologo.
Se qualcuno avesse almeno guardato su quali pagine si stesse posando il vento che quel venerdì d'aprile di molti anni prima aveva sfogliato il Vangelo, unico ornamento concesso alla spoglia semplicità della bara di Giovanni Paolo II, allora si sarebbe per forza accorto che non era stato il caso a sceglierle.
Le immagini trasmesse da piazza San Pietro, da quel mare gonfio di mantelle svolazzanti, vesti alzate e zucchetti volati a terra, avevano fatto in un attimo il giro del mondo. Così come lo sconcerto dipinto sul volto dei cardinali, l'interrogativo su quello delle autorità, l'emozione su quello della gente. "Che sia un segno?". Tutti in quel momento si erano fatti la stessa domanda, ma a nessuno era venuto in mente di andare a leggere cosa ci fosse scritto su quelle pagine.

Era l'8 aprile del 2005, ventisei anni prima l'inizio dei fatti di cui si narrerà di seguito.
Intanto, a migliaia di chilometri da piazza San Pietro, in pieno deserto, tra la Libia e l'Egitto, per effetto della deflazione, era riaffiorato dalla sabbia un brandello gigantesco e aguzzo di roccia viva. Come si sarebbe appreso solo molto tempo dopo, a scoprirlo era stato un beduino, subito scappato in preda al panico. Quella montagna era uno spettro che i vecchi evocavano spesso come una leggenda. E dicevano che, se un giorno si fosse materializzato, avrebbe gettato una terribile maledizione contro chi vi si fosse imbattuto. Il beduino aveva giurato e spergiurato d'averla vista con i suoi stessi occhi, ma alcuni avventurieri che, qualche giorno dopo, avevano tentato di rintracciarla, non ne avevano scorto nemmeno l'ombra. Solo un uomo ci sarebbe riuscito e per ben altra via. Perché quella montagna esisteva davvero: quel giorno era infine riemerso dalla notte dei tempi il nome dimenticato di Tun-Aggel.