Jusep Torres Campalans

Durante un viaggio in Messico nel 1955, Max Aub incontra un anziano signore che si fa chiamare Don Jusepe. È un pittore, gli dicono, ma ora non dipinge più, ha vissuto a Parigi, era amico di Picasso, un cubista della prima ora. Aub decide di farsi raccontare la sua storia. Tornato a Parigi, va a trovare i grandi artisti dell’avanguardia a cavallo della Prima Guerra Mondiale, che gli forniscono ulteriori informazioni. All’uscita del libro, i critici lo presero per la biografia di un pittore catalano che aveva deciso di rinnegare la sua carriera e ritirarsi fra le montagne del Messico. Ci fu anche chi propose di organizzare una mostra con le opere del cubista dimenticato. Solo in seguito si scoprì che era tutta una bufala: le opere che Max Aub aveva tratteggiato mentre la nipotina, seduta sulle sue ginocchia, le colorava; il quaderno verde con gli appunti di Campalans scritti fra il 1906 e il 1914; perfino i ricordi che alcuni grossi nomi dell’intelligentsia francese, come André Malraux, si erano prestati a raccontare sul pittore mai esistito.

Max Aub (1903-1972), scrittore spagnolo di padre tedesco e madre francese. Tra le sue opere principali, i romanzi a sfondo autobiografico del ciclo Il labirinto magico, numerose raccolte di racconti, testi per il teatro e un’elegia dedicata a Che Guevara, L’accerchiamento. 

Jusep Torres Campalans è la "falsa biografia" redatta da quel maestro del surreale che è Max Aub.